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Immagine del redattoreUgolini Vini

Filippo Ugolini ci racconta la sua Valpolicella con occhi disincantati


Filippo Ugolini von una bottiglia di Valpolicella Classico

Non fatevi ingannare dalla sua compostezza e dai suoi silenzi riflessivi; nemmeno dalla sua voce talvolta sottile che maschera un po’ di timidezza. Filippo Ugolini ha il fuoco che scorre nelle vene: è quello della consapevolezza e dell’appartenenza ad una famiglia e ad un territorio di cui va orgoglioso.

È l’ultimo arrivato tra le fila di Ugolini; diplomatosi in marketing, amministrazione e ragioneria l’1 luglio 2022, è entrato a far parte dello staff dell’azienda da dicembre 2022.“Ho iniziato la mia gavetta dal magazzino a Bussolengo aiutando mio zio Alberto e ci sono rimasto fino a marzo di quest’anno. Per me è stato importante per capire come si muovono i flussi dei prodotti e la gestione degli ordini all’interno dei meccanismi della cantina”.


Fumane è la mia casa

“Sono nato in questa bellissima valle e a lei mi sento profondamente legato. Rimanere in azienda era il mio sogno e, forse, anche un po’ il mio destino; ora sta a me meritarmelo fino in fondo. In Valpolicella, qui a Fumane, siamo molto fortunati: è una terra spettacolare e questo sentimento lo vedo negli occhi entusiasti ed emozionati dei tanti turisti che passano dalla nostra Villa San Michele”.


Voglio sapere tutto di questo mondo

Filippo Ugolini ha un approccio appassionato al mondo del vino e, in modo particolare, ai meccanismi che guidano la gestione di una cantina. “Voglio, o almeno vorrei, riuscire a conoscere tutto ciò che è necessario per far funzionare al meglio questo mondo in cui mi sto affacciando. Per questo mi sto formando nei vari settori e sto seguendo il Secondo Livello del Corso AIS. La mia passione però resta il settore amministrativo e commerciale”.


In cosa potrebbe ancora migliorare la Valpolicella?

“So di essere l’ultimo arrivato nella mia cantina, ma di una cosa sono certo: credo che la criticità maggiore di questo territorio che io amo, sia la difficoltà di collaborare, di fare squadra, di cooperare al fine di raggiungere ancora migliori risultati per il sistema Valpolicella. Un sistema che potrebbe rivelarsi fragile qualora arrivassero le prime sirene di difficoltà”.


Se fossi il “boss” della tua azienda cosa cambieresti?

Filippo Ugolini sorride… “Bella domanda! Se fossi il boss, andrei contro corrente rispetto alla tradizione e alla cultura di questo territorio. Creerei un vino bianco che fosse sintesi dei migliori vitigni autoctoni italiani e lo proporrei a tutti coloro che arrivano qui in azienda per far capire il valore e le potenzialità, non solo della Valpolicella, ma di questo nostro grande Paese: l’Italia”.


Qual è il vino Ugolini che ti emoziona di più?

“Ho assaggiato qualche giorno fa una bottiglia di Pozzetto, Valpolicella Classico 2016. L’ho trovato sinceramente emozionante per l’eleganza e la capacità di trasmettermi l’autenticità della mia terra”.

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