Parafrasando il celebre film dei fratelli Cohen “Non è un paese per vecchi”, tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, premio Pulitzer 2007, Magna Mòra rappresenta un vero e proprio salto generazionale nel modo di approcciarsi al vino. Esce dalla formalità delle etichette e si avvicina ad un pubblico più giovane e istintivo che ricerca la piacevolezza nella semplicità e nell’essenzialità.
Un movimento di idee che attraversa le nuove generazioni come uno tsunami e che tende a cercare verità, sostenibilità e sostanzialità in tutti i prodotti. Magna Mòra parla ai giovani con un linguaggio stilistico immediato, diretto. È un messaggio di piacevolezza e di eleganza più casual che parla di territorio verace.
Il ritorno dei contadini
Con Magna Mòra torna il contadino nel bicchiere; tornano la storia, la tradizione e la cultura millenaria dei vignaioli della Valpolicella. Non è una regressione stilistica, ma una riedizione dell’originalità di uno stile inconfondibile che ha accompagnato questi territori quando ancora la tecnica enologica era essenziale.
Magna Mòra esce dagli schemi e, se fosse un genere musicale, potrebbe essere il country blues della chitarra di Bob Dylan, un elettro rock new wave dei primi anni dei Depeche Mode, gli accordi essenziali grunge dei Nirvana oppure, per arrivare ai giorni nostri, un flow tagliente di Kendrick Lamar.
Per capire Magna Mòra non è necessario essere dei professionisti della degustazione: la chiave risiede nella sensibilità e nell’approccio disincantato che solo le nuove generazioni sanno esprimere al meglio. È questa la differenza con i vini iconici di Ugolini.
Magna Mòra verso il Damp drinking
La tendenza del momento che sta imperversando soprattutto sui social dei Millennials e della generazione Z è il dump drinking. In poche parole, potrebbe essere inteso come un’estensione del fenomeno "less is more" che già da alcuni anni accompagna il lifestyle del ventunesimo secolo. Ora, l’hashtag #damplifestyle ha più di 42 milioni di visualizzazioni su TikTok.
Magna Mòra si avvicina a questa tendenza verso un consumo più consapevole del vino, in un’ottica non solo quantitativa ma, soprattutto, con un occhio di riguardo alla componente alcolica e il fattore salutistico. Oltre alla salute, anche il risparmio di denaro è un fattore chiave: circa la metà di coloro che sono interessati al damp drinking ha identificato il risparmio come motivo principale.